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LA NOSTRA API-IDEA

     
API - CULTURA "PIAN DI MIELE"

 

   

L’apidea di Guido

Sin da quando ero ragazzino ricordo che Piero (mio padre, per chi meno ci conosce) periodicamente tirava in ballo l’idea di metter su qualche arnia, per produrre miele per auto consumo. Ovviamente... io non ne ho mai voluto sentir parlare, non interessato alla cosa e con il terrore di tutti quegli insetti volanti e ronzanti con l’hobby di pungere senza pietà. Il Piero, d’altronde, spesso faceva a fa proposte che talvolta ho scartato frettolosamente... per poi pentirmene anni dopo.

E’ il caso degli ulivi, che lui avrebbe voluto piantare il giorno seguente il rogito notarile, e che io mi sono deciso a mettere, e pochi, solo di recente. Se gli avessi dato retta oggi avremmo qualcosa di più carino di qualche rametto stentato, che cerca di resistere alle grattate di daini e caprioli. Insomma, tornando alle api, non mi erano mai interessate fino al giorno in cui Sonia non ventilò l’ipotesi di metterle su. Il che, Piero credo sia ancora incupito, mi fece muovere a trovare un corso da frequentare e... eccoci qua!

 

 

 

 

 

↑ Sonia e,sopra, Guido il giorno del benvenuto alle api!

 

L’apidea di Sonia

Da una bambina cresciuta con l’Ape Maia era facile pensare una particolare simpatia verso le api! Ma a parte questa cosa… la mia “Apidea sulle api” da cosa nasce...? Non so… un mondo che mi ha sempre affascinato… oltre al fatto che mi piace il miele. Le api sono un mondo così misterioso che difficilmente non si viene rapiti nel sentire una qualche storia su di loro. Pensateci…quando sul giornale si legge "sciame di api ritrovato su un terrazzo" o "sotto la sella di un motorino"…  sono notizie che leggiamo sempre fino in fondo… perché ci rapiscono… perché le leggi con un sorriso e perché (almeno a me così succede!) non tifi mai per il proprietario di casa o per il proprietario del motorino….ma tifi sempre per le API.... !

Oppure chi non ha guardato almeno una volta un documentario del buon Piero Angela sulle api…questo mondo denso, lento e veloce, preciso, dinamico delle api! Ahhh sì....! Non si può certo dire sia un argomento noioso! Insomma…un po’ per questo, un po’ perché non lo so… sono sempre stata attirata da questo mondo e... mio marito mi è venuto incontro assecondando questa mia idea di “mettere le api”. Ha trovato il corso, l’abbiamo fatto e… anche se siamo piccoli, inesperti e con tanta strada davanti a noi, possiamo dire di essere degli apicoltori in erba… o, per stare in tema, …”in polline”... !

 

La nostra apidea

 

Sandra e Mafalda a Pian di Casi, inverno 2009; il vento aveva tolto il coperchio ad un'arnia ma è sopravvissuta comunque...

 

L’avventura, la concretizzazione delle nostre "apidee", è nata nel 2009 quando ci siamo iscritti ad un corso di apicoltura tenuto da A.r.p.a.t. Toscana, l’Associazione degli apicoltori alla quale siamo iscritti. E’ stato un corso intenso che ci ha visti impegnati per due sere la settimana di parecchi mesi, oltre che per uscite domenicali in apiario. Se all’inizio credevamo le cose fossero facili, avevamo sbagliato di grosso in quanto, con la nostra solita fortuna, abbiamo deciso di allevare imenotteri (ape ligustica mellifera, per essere precisi e un po' pallosi!) nel momento più difficile nella storia dell’apicoltura. Non è questo il momento per mettersi a parlare di storia delle api o di tecniche apistiche o di patologie, anche perché, prima o poi, nascerà una sezione del sito dove inserire le nostre riflessioni e le nostre esperienze; qui vorremmo solo ricordare il corso, al quale ne è seguito un altro sulla degustazione del miele, ed un po’ di sana pratica fatta da un apicoltore della zona.

Una volta imparate le tecniche di base, nell’intento di crescere pian piano come api-cultori (con la “u”) e di rispettare le api più che mirare alla produzione, abbiamo acquistato tre nuclei, che abbiamo trasferito in altrettante arnie al Roncuccio (le nostre foto in alto in questa pagina fermano l'arrivo delle famiglie, quando dai porta sciami dovevano essere trasferite nelle arnie). Poi, quasi per caso, abbiamo ricevuto da Antonella altri due nuclei, che sono stati collocati a Pian di Casi. In questo modo abbiamo già posto le basi per avere due apiari diversi, cosa molto utile per la formazione di nuovi nuclei (debbono essere posti ad almeno km 3 dal luogo di origine) ma anche per difendere le famiglie da malattie contagiose come la peste europea o americana. Per contro, ciò comporta un bel dispendio di tempo ed energie da parte nostra. Insomma amici... ci si fa un bel mazzo! Comunque le radici si sono piantate, con la registrazione presso la A.s.l. della nostra "azienda apitsica".

 

 

 

La location (un po' sghimbescia...) nel pratone di Pian di Casi a sinistra; a destra l'estrazione di un telaio pieno di miele opercolato

Senza dilungarci sulle difficoltà incontrare ma nemmeno sulle piccole soddisfazioni avute, siamo giunti alla fase della smielatura, quando per essere chiari si va a derubare le api di ciò che hanno prodotto. Il “furto” ha fruttato quel po’ di miele sufficiente alla confezione delle bomboniere per il nostro matrimonio, costituite da un semplice fiore di pasta di non so cosa fatto da Lalla (mia mamma, sempre per chi poco ci conosce) e posto su un vasetto di miele da gr 40.

Da lì in poi... la passione ha avuto il sopravvento sulle difficoltà!