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Di solito ho sempre tifato per i cinghiali durante le battute di caccia che vengono fatte intorno al mio casale. Da quando, però, gli amici cinghiali hanno iniziato ad ararmi regolarmente il prato, ho preso le parti dei cacciatori... Anche perché potendo scegliere tra la parte di terreno incolto ed il mio bel pratino rasato... ovviamente vanno a grufolare nel primo, sollevando la cotica erbosa e facendo davvero l’effetto aratura. Ho provato di tutto, compreso mettere una radio di notte, accesa su un albero, e trovare grufolato... solo il tratto davanti alla radio! Alla fine - prima di appostami alla finestra con il fucile da cecchino... - ho costruito un recinto elettrico che, anche solo nella sua prima fase, con un solo filo, ha dato risultati sorprendenti, come si vede dalla foto sotto: a destra del recinto il prato sembra davvero arato, distrutto; a sinistra l'erba è intatta! |
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Non avendo idea di come si facesse un recinto elettrico ho cercato in rete e devo ammettere che, rispetto a quello che pensavo e che ho letto, è stato tutto molto più semplice. Forse, però, faccio cosa gradita a chi capiterà sul mio sito spiegando come ho fatto... con foto e descrizioni... a prova di cretino! Prima di tutto parliamo dei materiali da usare. I pali possono essere di legno, ferro, plastica. Se vogliamo fare una recinzione permanente, magari anche esteticamente gradevole, opterei per pali di castagno, trattati in autoclave, comunque da trattare nuovamente con impregnante sopra e catrame o guaina liquida per la parte che andrà sotterrata; ed altrettanto, o un coperchietto, per la sommità. Così ho scelto pali di castagno di cm 150 di altezza per un diametro di cm 8, spaziati tra loro di appena 2 metri (€ 3,90 l’uno, presso Il Forteto di Vicchio di Mugello). La parte di recinto nel bosco, invece, l'ho realizzata anche con pali in tondino di ferro da costruzioni, altezza cm 150 e diametro cm 1,4 infissi nel terreno per oltre il 50% di altezza. |
Sopra: prato distrutto prima del recinto in costruzione, anche con un filo solo; prato intatto al di là del filo. |
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Discorso più complesso riguarda il cavo, in astratto possibile sia a fettuccia, che a treccia di nylon e filamenti di metallo, che tutto di metallo. Escluderei per i cinghiali la fettuccia e sceglierei uno degli altri due, premesso di avere optato per una treccia di grosso spessore in quanto: meno costosa del filo di metallo, più semplice da tirare, dotata comunque di ottima conducibilità elettrica e di una buona resistenza allo strappo ed alla trazione. Ho impiegato una treccia di mm 6 di diametro, di nylon, con 6 filamenti di metallo di mm 0,20 l'uno, ed una resistenza alla trazione di kg 350 (€ 35,00 al rotolo da 200 metri, marca Finagri, presso la Cooperativa Agricola di Legnaia a Firenze). Dovremo poi preventivare l’acquisto degli isolatori per i pali in legno (€ 0,20 l’uno), a vite autofilettante, e di quelli per i pali in ferro, con meccanismo di chiusura a vite. In ultimo, ma solo in ordine di elenco, l’elettrificatore che potrà essere alimentato a corrente di rete o meno (batteria, accumulatore, pannello fotovoltaico). La mia scelta è caduta sul tipo alimentato a 220 volt in quanto più potente e non necessitante di manutenzione o ricariche periodiche. Certo dobbiamo avere a disposizione la corrente per alimentare l'elettrificatore che collegheremo al recinto con un cavo isolato di grosso spessore, per non avere perdite di carico di tensione. Io, dovendo proteggermi sia da cinghiali che da mucche (per le quali avevo fatto fare in precedenza una recinzione con 2 ordini di cavo metallico) ho scelto una macchina potente, erogante 10.000 volt con 8.5 joule (marca Ama, modello R8500, al costo di € 350,00 se non ricordo male). Prima di descrivere come si costruisce una recinzione per cinghiali, due parole sulla corrente prodotta dall’elettrificatore: questo emette corrente continua ad alto voltaggio. Innocua per la vita dell’uomo e degli animali, da’ una bella botta quando si tocca un filo, botta che tende ad allontanare dal filo stesso. Meccanismo opposto alla corrente alternata, quella di rete di casa, alla quale si “rimane attaccati” in quanto attrae. Se si tocca un cavo di corrente continua a 10.000 volt... si fa un salto (la botta comunque è forte!); se si tocca un cavo di corrente alternata agli stessi 10.000 volt... ci vengono a raccogliere con lo scopino e la paletta per la cenere! Per quanto riguarda, già che siamo in argomento, l’impianto elettrico questo è molto semplice: si collega all’elettrificatore un cavo, isolato, che attaccheremo al primo dei fili del recinto. L’altro cavo, di terra, lo collegheremo ad uno o più fittoni di terra che avremo piantato nel terreno, bene infissi a cm 150 o almeno cm 100 di profondità. Il circuito elettrico è, quindi, costituito da un filo solo che tocca la recinzione e viene “chiuso” dalla terra: la corrente scaricherà a terra attraversando il corpo dell'animale che avrà toccato la recinzione. Così è indispensabile che la terra funzioni bene, potendo essere necessari anche quattro pali di terra collegati tra loro a formare un quadrato; mentre è consigliabile bagnare il terreno nei periodi siccitosi, per favorirne la conducibilità elettrica. I pali di terra debbono essere distanti almeno 10 metri dall’impianto di terra dell’abitazione. Del pari è necessario che la vegetazione non tocchi i fili elettrici, per evitare che scarichi tensione e quindi diminuisca l’efficacia del nostro impianto. Per la preparazione dei pali, li appoggeremo su un piano uno accanto all’altro, prenderemo un regolo di legno e lo metteremo a cm 50 dalle punte, aiutandosi col metro; quindi tracceremo una linea con un pennarello. A questo punto, girando con una mano ogni singolo palo, con un pennello copriremo la parte di cm 50 che dovrà andare sotto terra con una mano di guaina liquida o di catrame liquido. Una volta finita la disposizione dei pali, prima di mettere gli isolatori, daremo una bella passata di carta vetrata e poi stenderemo a pennello una mano o anche due di impregnante a cera, satinato, da ridare ogni paio d'anni o anche meno. Infine daremo almeno due mani, spesse, di guaina liquida sulla sommità dei pali, per impedire all'acqua di penetrare nelle fibre del legno. In alternativa ci sono in commercio dei coperchi, in materiale plastico, reperibili da Bricoman ad € 1,20 l'uno. Venendo alla costruzione del recinto vero e proprio: la prima cosa da fare è decidere quale area delimitare, chiamando un tecnico se, come nel mio caso, si tratta anche di definire confini con altri proprietari. Se il tracciato lo si sceglie liberamente, suggerisco di farlo nel modo più lineare possibile, mai al di sotto di tratti scoscesi (ma casomai al di sopra), ad almeno un paio di metri fuori da bosco o macchie, in posti facilmente raggiungibili per la manutenzione periodica. Una volta deciso il dove, si potranno piantare dei picchetti di ferro, distanziati anche 30 o più metri l’uno dall’altro, da unire con fettuccia o con un filo. Io ho usato prima una fettuccia bianco-rossa e poi un rotolo di filo verde, gommoso, di quelli usati in agricoltura per legare le piante ai tutori. Ad occhio, aiutandosi magari con un laser, si potranno aggiungere lungo il filo nuovi picchetti intermedi, in modo da poter verificare di tracciare linee il più dritte possibile. A questo punto si tenderà il filo tra due picchetti non eccessivamente distanti e lo si solleverà verso l’alto, stando al centro tra il primo ed il secondo picchetto: quindi lo si lascerà cadere a terra; in questo modo dovrebbe cadere perpendicolarmente, segnando da solo a terra una linea retta tra i due picchetti.
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Gli attrezzi necessari. |
Si traccia la linea con filo verde e qualche paletto di ferro da costruzione. |
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Si dovrà a questo punto scegliere la distanza tra un palo ed un altro e, con un metro ed una bomboletta di vernice spray, si faranno sull’erba tanti punti quanti sono i pali che vorremo mettere. A proposito di distanze: direi che, usando pali di legno o di ferro, la distanza potrebbe arrivare anche ai 5 metri; io ho preferito un interspazio di soli due metri, più per ragioni estetiche che di reale esigenza. A questo punto si prenderà un palo e lo si appoggerà sul punto segnato con la vernice, facendo pressione nel terreno dove la circonferenza del palo sarà toccata - quale tangente - dal nostro filo; in questo modo avremo creato un piccolo foro nel punto esatto in cui dovremo piantare il palo. Usando un palanchino pesante faremo un buco nel terreno, ovviamente di forma conica, fondo poco meno della parte del palo che vorremo interrare e non troppo largo, affinché il nostro palo non affoghi e lo si possa piantare a forza nel terreno compatto. Per chi proprio fosse digiuno, il palanchino lavora da solo, nel senso che una volta sollevatolo in alto e fattolo cadere nel punto prescelto, basterà girarlo intorno e lui, grazie alla punta ed al suo peso, farà il foro nel terreno (intendo dire che non serve alzarlo più volte usandolo di forza). A questo punto disporremo i pali nelle buche, appena infilati, e cercheremo poi di interrarli un poco in verticale, allo scopo di verificare un’ultima volta la tangenza di ogni palo al filo-guida e la linearità della disposizione scelta. Adesso, usando di piatto una mazza da 10 chili, inizieremo ad interrarli uno ad uno controllando con una livella, su due lati, la perpendicolarità rispetto al terreno. Quindi, sempre, verificando con la livella ogni tot colpi, li infileremo nel terreno fino alla linea della vernice. Se, nonostante le precauzioni usate, alla fine noteremo che qualche palo pende come la torre di Pisa... lo spingeremo con forza a raddrizzarlo e quindi inseriremo dei sassi a martellate, nel lato in cui si sarà creato uno spazio tra palo e terra. In ogni caso il terreno circostante al palo andrà compattato con un mazzuolo. Nel caso in cui si usino pali più piccoli di quelli che consiglio, potrà essere il caso di usarne di più grossi all’inizio ed alla fine del nostro recinto, oltre che nei punti in cui ci saranno cambiamenti di direzione; in ogni caso si ovranno rinforzare tali pali con altri di spinta laterale. |
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Si segue le linea e si fanno i buchi per i pali, con l'aiuto del metro... |
... e del palanchino stando in posizione tangente alla linea del filo verde. |
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Dopo aver sistemato i pali prenderemo un tubo di plastica (tipo calata dei pluviali) dello stesso diametro dei pali e lo taglieremo a rondelle di circa 5 centimetri di altezza. Ne infileremo una per ogni palo, alla base, a creare una protezione per quando col decespugliatore a filo taglieremo l'erba sotto il recinto. Poi si deciderà quanti fili mettere e la loro altezza rispetto al terreno. Io ho messo 3 fili: il primo a cm 25 da terra, il secondo a cm 50 ed il terzo a cm 75 da terra, nel caso in cui qualche cinghiale imparasse a saltare la recinzione... Segneremo, quindi, con un pennarello, le tre distanze su un regolo, indicando anche con una freccia la direzione dal suolo. Appoggeremo il regolo accanto ad ogni singolo palo e faremo, col pennarello, un segno nel punto in cui andremo poi a mettere gli isolatori; questi, ovviamente, vanno messi sul lato del palo esterno, opposto a quello della direzione degli animali che vogliamo tener lontani. A questo punto avviteremo gli isolatori, che hanno una vite autofilettante, nei punti segnati sui pali, infilandoli a fondo a coprire almeno la parte filettata. |
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Una volta appoggiati i pali si procede a piantarli nel terreno con la mazza. |
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Nella foto a sinistra un regolo con segnati i tre punti all'altezza dei quali dovremo disporre i fili elettrici; sopra Piero stende il filo passandolo nella prima fila di isolatori. |
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Inizieremo, quindi, a disporre il cavo elettrico sul primo palo sul quale avremo montato un isolatore-tenditore. Mentre un operatore terrà in mano la ruzzola del cavo, facendola ruotare su un paletto, l’altro inserirà il cavo o dal foro o allargando un poco l’apertura degli isolatori; così via fino alla fine, dove porremo un altro isolatore-tenditore atto a mantenere il cavo teso ma senza esagerare. Quindi faremo la stessa cosa con l’altro cavo e li collegheremo tra loro, direi ogni 100 metri ma va bene anche di più, con uno spezzone di filo di rame. A questo punto resterà semplicemente da collegare uno dei fili al cavo che proviene dall’elettrificatore ed il gioco sarà fatto! Per verificare che tutto funzioni si potrà comprare un tester (da € 25.00 ad € 140.00) o... toccare un filo e prepararsi a fare un salto! Consiglio di verificare il recinto quotidianamente almeno per i primi quindici giorni, dato che i selvatici non sono abituati alla novità e potrebbero danneggiarlo. Successivamente sarà sufficiente un controllo settimanale per verificare la tensione, che i cavi siano integri e tesi, che la vegetazione non tocchi i fili elettrici. Ciliegina sulla torta... appenderemo, sempre con del filo di rame, un cartello di pericolo (€ 2,50 l'uno) ogni 40 metri lineari, o anche meno se costeggeremo una strada soggetta al pubblico passaggio. |
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Sopra l'elettrificatore, deve essere potente e affidabile! |
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Se la prima parte del recinto, di cui alle righe sopra, in fin dei conti non ci ha creato grosse difficoltà... il bello è venuto a primavera 2018 quando abbiamo voluto ampliare di molto il recinto, andando a coprire quasi un quarto della proprietà ed interessando anche il nostro querceto, che i cinghiali avevano iniziato a massacrare! Si tratta di un terreno anche scosceso, nel bosco, con balzi importanti anche su roccia, per cui abbiamo dovuto mettere molti pali, qualche | |||||
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