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Necessariamente anche questa pagina sarà di una noia mortale, come mi dice amorevolmente mia moglie Sonia. Ma almeno posso dare la colpa all'argomento! |
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L'impianto idraulico parte da una sorgente ubicata a mezza costa del Poggio Capannucci, in una zona davvero molto acclive. Qui due pozzetti malandati raccolgono l'acqua che sgorga dalla roccia: uno la incanala in un tubo di pvc da mezzo pollice, l'altro la lascia scorrere liberamente a formare un ruscello. Alla fine del bosco ed all'inizio del pascolo sopra Pian di Casi vi era un serbatoio di Ethernit (sic....) da 1000 litri, al quale l'acqua arrivava da una vasca per l'abbeveramento delle mucche con l'ingresso regolato da un galleggiante: quando la vasca era piena l'acqua defluiva verso il serbatoio e quindi verso la casa. Poi il serbatoio (peraltro in impeccabili condizioni, senza uno sfrangiamento o una crepa) è stato sostituito da un altro in pvc, interrato, della capienza di 5.600 litri e l'impianto è stato completamente rifatto, mantenendo la stessa logica; è stato poi ampliato l'alveo del ruscello che parte dalla sorgente e qui è stato fatto immettere il tubo del troppo pieno del serbatoio. Così l'acqua in eccesso viene convogliata verso il ruscello che attraversa il pascolo, senza infradiciarlo, ed arriva a scorrere accanto al casale. Qui abbiamo collocato, nello scannafosso, tre serbatoi in pvc da 1000 litri ciascuno, con filtro in ingresso ed autoclave in uscita verso la casa; una valvola permette di usare, per il giardino, o l'acqua che proviene dai serbatoi o a caduta dalla sogente. |
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2015. Il nuovo serbatoio da lt 5.600 interrato e recintato. |
2015. Il tubo del troppo pieno si immette nel nuovo alveo del ruscello. |
L'impianto di riscaldamento è risultato essere complesso, seppure avendo cercato di ridurlo all'osso per evitare di tracciare eccessivamente le mura della casa. Così nei disimpegni ho evitato di mettere i radiatori, come ho dovuto rinunciare ai pannelli radianti a pavimento che avrebbero garantito un confort maggiore con costi ridotti. In ogni stanza, quindi, vi è un radiatore in ghisa di dimensioni importanti (anche a sei colonne), con eccezione per il salone che ne ha due. Questi sono collegati ad una caldaia marca Sima, a basamento e gestione elettronica, che produce anche l'acqua calda sanitaria con un accumulo di 80 litri; la caldaia è alimentata da un serbatoio per il gpl interrato ed ha richiesto, essendo ospitata in una stanza priva di finestre, un lavoro laborioso: due aperture verso l'esterno, rilevatore elettronico di fuoriuscite di gas, elettrovalvola di intercettazione collegata con quest'ultimo. I collettori sono stati collocati nello scannafosso, in modo da poterli collegare - successivamente - ad una caldaia a legna che vorrei mettere nello scannafosso stesso o in un vano tecnico sulla sua verticale. Il piano terreno ed il piano superiore sono dotati di singoli crono termostati che, collegati a valvole di zona, permettono una gestione separata dell'impianto pur in presenza di una sola caldaia. Due camini, due climatizzatori con pompa di calore, una cucina economica a legna e un una stufa a legna aiutano l'impianto centralizzato a scaldare la casa.
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Per quanto riguarda l'impianto elettrico, questo è stato fatto - ovviamente nel rispetto della L. 10/91 - in modo da coniugare le necessità che consideriamo oggi indispensabili, con l'esigenza anche in questo caso di non aprire troppe tracce.. Così, talvolta, i fili che portano la corrente ad alcuni punti luce sono stati messi in esterno, usando treccia di colore marrone o bianco ed isolatori in ceramica bianca, come veniva fatto un tempo. Comunque direi che l'impianto è abbastanza evoluto, con parecchie prese e più punti di accensione delle luci. Anche in questo caso sono stati divisi i due piani della casa, con un doppio pannello di controllo posto al piano terreno. Gli interruttori usati sono della serie Livig di B-Ticino ma con una particolarità: invece di usare le placche originali, sono state fatte fare a Livio, un artigiano di Masone (Ge) con legno di castagno. Questo è un ragazzo, fabbro, che, più per divertimento che per altro, ha creato una "dima" con la quale taglia le placche della serie Living in qualunque essenza voluta dal cliente. Il risultato è egregio ed il costo è di circa il 50% rispetto allo stesso prodotto industriale. Se a qualcuno interessa mi scriva una e-mail e posso fargli vedere il prodotto o metterlo in contatto con l'amico artigiano. A destra un esempio delle placche usate in ingresso. |
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Nella foto uno degli applique presenti nella casa, quello del secondo bagno, acquistati presso la grande distribuzione (Obi) ma realizzati, con disegni dipinti a mano, da una fabbrica artigiana di Campi Bisenzio. |