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IL BAGNO DEL PIANO TERRENO

 

A fianco del laboratorio delle api, vi era una stalla stretta e lunga che divisi in due in modo da ottenere un vano finestrato ed uno no, adibito a stanza per la caldaia e grande ripostiglio. La parte finestrata, con soffitti a voltine, è stata deputata - dopo non pochi ripensamenti - ad accogliere un secondo bagno, i lavori del quale sono terminati a Novembre 2011.

I muri della casa sono, tutti nessuno esclusi, "fuori bolla" cioè non perpendicolari ma con le più varie inclinazioni; nell'intento di non mutare tutti i particolari che, come questo, caratterizzano la casa li ho lasciati come erano con la conseguenza che talvolta sono rimasti degli spazi dietro i sanitari.

In un caso (quello della foto qui sotto) ho dovuto fare un'eccezione e far costruire una spalletta, in piombo, a ridosso della quale è stato collocato il vaso con la cassetta soprastante; accanto, davanti alla finestra col muro con una evidente strombatura, è stato posto il bidet e davanti (nell'angolo nella foto a destra, con le piastrelle in fase di montaggio) la vasca idromassaggio che può ospitare due persone... con vista sul camino che occhieggia dalla stanza accanto!

Nell'angolo a destra entrando, sono stati realizzati due muretti in mattoni - rivestiti con le piastrelle montate dritte invece che in diagonale - sui quali è stata posata un'unica asse di castagno massello, alta 7 cm, lasciata un po' naturale ed un po' smussata a colpi di pennato. E' stata acquistata e lavorata presso la segheria Rabiti di San Bavello (San Godenzo) che utilizza essenze locali. Sull'asse è stato collocato un lavabo soprapiano, molto semplice nelle forme.

 

   

   

Se vogliamo entrare nel dettaglio dei materiali usati:

  • i muri, intonacati a calce, sono stati trattati con Fondo impregnante per muri n. 301 di Auro, composto da: acqua, olio di lino, standolio di olio di lino (ottenuto da agricoltura biologica controllata), dammar, borati, caseina di latte, olio di agrumi; quindi sono stati pitturati con Pittura murale sempre di Auro, a base di: acqua, pigmenti naturali, leganti naturali, metilcellulosa, argilla, borato, alcool, olio di agrumi, olio di rosmarino, olio di eucalipto, lecitina;

  • le piastrelle appartengono alla collezione Maioliche della  tradizione, color crepuscolo, della linea Manifattura del duca, di Ceramiche Ricchetti; trattasi di quadrati cm 20 x 20 in gres porcellanato, strutturate e con contorni irregolari, di colore cangiante dal giallo al verde;

  • per il pavimento è stato scelto anche in questo caso un gres porcellanato, di colore grigio scuro che richiama la pietra; trattasi di un grande formato, cm 60 x 60 posato dritto, collezione Greenwich, della serie Suburbia di Ceramiche Supergres;

  • vaso monoblocco e bidet  sono il modello Nido di Hatria, Marazzi group;

  • mentre il lavabo è Hollviken di Ikea, così come i miscelatori usati sia per il lavabo che per il bidet (modello Dalskar);

  • la vasca idromassaggio è il modello Invita di Jacuzzi;

  • l'illuminazione è fornita da un applique posto sopra la vasca, che illumina con luce soffusa le voltine del soffitto, e da una lampada sopra lo specchio, in ceramica e ferro tipo battuto; sono della grande distribuzione - Obi - ma prodotti da un'impresa artigiana di Campi Bisenzio.

Cambiando argomento, il bagno era attraversato da tre orribili tubi a servizio dell'adiacente vano caldaia, che non avevo voluto mettere sotto traccia per non dover demolire una parte importante di muratura. Così si è reso necessario camuffarli, creando una scatolatura fissata al muro con tasselli, fatta finire ai lati in piccole tracce create nei muri. Il legno usato è stato il cedro, con tre assi singole di 3 cm di spessore fatte piallare a filo e rifinite con carta vetrata fine. L'effetto estetico è quello di una trave, se non si indugia con troppa attenzione sui particolari o sulla poco credibile ragione costruttiva...

Del pari la voltina in fondo era stata rovinata, credo in origine o poco dopo, da un'apertura che metteva in collegamento la stalla con il fienile soprastante; uno dei primi interventi successivi all'acquisto fu la chiusura di questa apertura ma con l'errore di non avere fatto ricostruire la voltina, come si vede nella foto qui sotto a destra. Così l'unica è stata quella di creare una copertura con lo stesso legno usato per creare la finta trave, con un risultato un po' così ma inevitabile...

 

   

Per quanto riguarda il top in legno che sorregge il lavabo il problema maggiore era quello di preservarlo adeguatamente, trovandosi quotidianamente a contatto con l'acqua, pur usando prodotti bio. Così ho dato una mano di impregnante neutro, due mani successive di Vernice forte ed una finale di Pasta di cera, facendo passare quarantotto ore tra un trattamento ed un altro ed una mano leggera di carta vetrata molto fine.

La Vernice forte, usata anche per la finta trave del soffitto, del marchio Durga, è costituita da: resina vegetale di Dammar, colofonia di gemma esterificata a caldo con calcio, olio di legno, standolio Prakriti di aleurites, olio di lino cotto e standolizzato, estratto di citrus sinensis, sandracca, cera carnauba, lecitina di soja, glicerina. La Pasta di cera, anch'essa di Durga, contiene del pari: cera d'api vergine, cera vegetale di carnauba, resina di Dammar, colofonia di gemma, olio di lino cotto, balsamo di agrumi (d-limonene).

Al di là delle caratteristiche specifiche è importante che questi prodotti non contengano essiccativi a base di piombo né paraffine che oltre ad essere petrolio-derivati riducono la traspirabilità del legno. Quando lavoro con questi prodotti nell'aria si sprigiona odore buono - di cera, di agrumi - mai quell'odoraccio sgradevole che si ha usando i prodotti di sintesi...